05 Gen 25
La spirometria è uno dei test di funzionalità polmonare più comuni. Misura il volume d'aria che un paziente può inspirare ed espirare, fornendo preziose informazioni sulla salute e sul funzionamento dei polmoni. Questo esame è essenziale per diagnosticare e monitorare condizioni polmonari croniche come l’asma o la BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva), oltre a valutare la funzionalità respiratoria generale.
In questa guida pratica, esamineremo i principali parametri spirometrici, come FVC, FEV1, e il loro rapporto, spiegando come interpretarli correttamente.
La spirometria si effettua chiedendo al paziente di fare un respiro profondo e poi espirare il più velocemente possibile in un boccaglio collegato a un dispositivo chiamato spirometro.
Questi valori vengono confrontati con i cosiddetti “valori predetti”, calcolati sulla base di età, sesso, altezza ed etnia.
Il FEV1 è un parametro cruciale per determinare la presenza e la gravità di un'ostruzione delle vie aeree (ad esempio, muco o restringimento bronchiale).
La FVC misura il volume totale d'aria che un paziente può espirare il più velocemente possibile. Questo parametro è fondamentale per identificare schemi respiratori ostruttivi e restrittivi, soprattutto quando confrontato con il FEV1 e il rapporto FEV1/FVC. Anche in questo caso, i risultati vengono espressi come percentuale dei valori predetti.
Se il rapporto FEV1/FVC è normale o quasi normale, ma la FVC risulta inferiore all'80% del valore predetto, potrebbe essere presente una malattia polmonare restrittiva, come la fibrosi polmonare o la sarcoidosi. Le malattie restrittive comportano una riduzione del volume polmonare, spesso causata da rigidità polmonare o anomalie della parete toracica.
Se sia il FEV1 che la FVC sono bassi, ma il rapporto FEV1/FVC rimane normale o elevato, questo può indicare comunque uno schema restrittivo.
Per comprendere meglio la differenza tra malattie restrittive e ostruttive, consulta il nostro articolo dedicato.
Il rapporto FEV1/FVC è fondamentale per distinguere tra malattie polmonari:
Un altro uso comune della spirometria è quello di valutare l’efficacia dei trattamenti e verificare se l’ostruzione delle vie aeree è reversibile attraverso l’uso di farmaci.
Per farlo, il paziente ripeterà il test dopo aver assunto un broncodilatatore. Se il farmaco è efficace, i risultati mostreranno un miglioramento significativo del valore FEV1.
In sintesi, il processo di interpretazione dei risultati della spirometria si può riassumere così:
Non dimenticare: la spirometria è uno strumento potente per diagnosticare e gestire le malattie respiratorie, ma i risultati devono sempre essere interpretati nel contesto della storia clinica e dei sintomi del paziente. Se hai dubbi, consulta un professionista sanitario per una valutazione approfondita.